La vicepresidente De Berti al Propeller Club per un confronto sul trasporto pubblico a Verona

Visione d’insieme dei temi, collaborazione sulle soluzioni, condivisione delle decisioni: in sintesi “fare squadra”, ecco quello di cui ha bisogno Verona per crescere e ritrovare slancio per stare al passo con le grandi città europee. E’ il messaggio che arriva dall’incontro organizzato questo lunedì dall’International Propeller Clubs Port of Verona che ha avuto come focus le prospettive della mobilità a Verona e provincia. 

Un tema quanto mai strategico per la nostra città, che incide sensibilmente sulla vita quotidiana di cittadini, famiglie e aziende. Ecco quindi che la presidente del Club scaligero, Chiara Tosi – fresca vincitrice al Festival del Cinema di Venezia del premio Verona Green Movie conferito da Renato Cremonesi Presidente di My Planet 2050 per le iniziative del Club legate a mobilità e sostenibilità – ha chiamato a confrontarsi sul tema due importanti attori del sistema dei trasporti locali, quali la vicepresidente e assessore regionale alla mobilità Elisa De Berti ed il presidente di ATV Massimo Bettarello, che hanno offerto alla platea di professionisti, industriali, esponenti delle istituzioni presenti all’incontro, interessanti spunti di riflessione oltre che informazioni di scenario e aggiornamenti sui progetti che riguardano il settore. 

Stimolato dal giornalista Enrico Giardini, moderatore della serata, il presidente Bettarello è subito entrato nel vivo sottolineando come «il trasporto pubblico sta vivendo una fase di cambiamento epocale dopo la pandemia, che ha imposto un ripensamento complessivo delle soluzioni offerte ai cittadini. Facile parlare di green deal e di sostenibilità, ma va ricordato che la sostenibilità, per essere davvero tale, deve essere anche economica e quindi fare leva su tecnologie consolidate, con ricadute certe. Altrimenti si sprecano risorse». E una mobilità sostenibile passa necessariamente da infrastrutture moderne ed efficienti, in grado di rispondere alle esigenze reali del territorio, anche se la loro realizzazione richiede impegno e caparbia, come ha ben descritto la vicepresidente De Berti citando l’esempio dei collegamenti ferroviari a servizio dell’aeroporto Catullo, essenziali per lo sviluppo della scalo scaligero. «Un tema – ha puntualizzato De Berti – che era caduto nel dimenticatoio all’inizio del mio mandato in quanto non ritenuto sostenibile da RFI. Allora abbiamo ragionato in termini più ampi, allargando il progetto all’area del Garda ed ecco che in questo ambito il piano si è rivelato interessante ed economicamente sostenibile anche per RFI. Anzi, lo studio preliminare dice che si può arrivare anche oltre Lazise, fino a Garda. Sarebbe un’autentica svolta, anche nell’ottica di sollevare la Gardesana degli intasamenti estivi. Entro un paio di mesi sarà presentata l’analisi costi/benefici, poi si passerà al tracciato».

«Ma più in generale – ha evidenziato la vicepresidente regionale – per dare respiro a tutti i progetti per lo sviluppo di Verona occorre superare la logica dei campanili, che è il vero problema del nostro territorio: si fatica a ragionare in una visione d’insieme, a stringere collaborazioni. Invece solo facendo squadra si possono ottenere risultati, questa è la vera sfida della politica».

E parlando di mobilità, non poteva mancare un focus sulla nuova filovia. Sarà sufficiente, la nuova infrastruttura, a snellire il traffico, contenendo l’assalto quotidiano dei mezzi privati? «Premesso che il progetto è in capo ad Amt, credo che sicuramente l’opera sarà utile – ha commentato in proposito il presidente Bettarello – perché consentirà al trasporto pubblico di viaggiare in sede protetta. Non sarà però sufficiente nelle ore di punta a convogliare tutti i flussi di studenti nelle ore di punta per cui anche la rete degli autobus avrà ancora un ruolo essenziale. Ma per vincere la sfida della vivibilità cittadina contro l’assedio del traffico, l’obiettivo deve essere quello di trasferire quote di spostamenti dal mezzo privato a quello pubblico e questo si ottiene anche con provvedimenti che possono essere impopolari. Occorre riflettere ad esempio sull’opportunità di introdurre una congestion charge, una tassa per chi sceglie di entrare in città in auto, al pari di quanto già applicato da tempo in molte città in tutta Europa, dove si utilizzano i fondi della tassa per potenziare il trasporto pubblico che può anche beneficiare della diminuzione del numero di auto in strada e conseguente aumento della velocità commerciale».